lunedì 8 dicembre 2014

Addio Pino Mango

Addio Pino Mango. Grazie per tutte le emozioni che mi hai regalato attraverso le tue canzoni, e grazie per avermi concesso l'onore di venire ad una mia masterclass.

venerdì 5 dicembre 2014

Domande e risposte sulla voce e le sue cure

Riporto alcuni passaggi di un'intervista che rilasciai circa un anno fa, per una testata giornalistica. Credo possa offrire un contributo pratico alla conoscenza delle cure della voce.

In che cosa consiste il tuo intervento nei confronti dei professionisti della voce?
Il cantante e l’attore sono come degli atleti, e come tali vanno seguiti e curati. Se di un calciatore, per la sua preparazione non interessano solo le gambe, se di un tennista non interessa solo un braccio…, allo stesso modo di un cantante non devono interessare solo le corde vocali, ma tutto il corpo, e direi anche la mente.

Si rivolgono a te come foniatra, solo gli artisti che hanno problemi alla voce e alle corde vocali?
Alcuni, purtroppo, credono ancora che si debba andare dal foniatra quando la voce comincia a dare problemi. E’ opinione diffusa anche in molti maestri di canto che mi inviano gli allievi solo se mostrano difficoltà. Io invece dico che la foniatria dovrebbe essere, ancor prima che la branca della patologia della voce, la scienza della fisiologia, cioè della gestione preventiva del cantante sano, e non di quando si è già danneggiato.

Prevenzione, training vocale, cure farmacologiche, chirurgia. In che cosa credi di più?
Nella prevenzione e nel training vocale. Riserverei chirurgia e cure mediche solo ai casi limite. Purtroppo però devo dire che la maggior parte dei miei colleghi e degli utenti stessi propende per una visione troppo farmacologica dei rimedi ai problemi della voce. Io preferisco puntare sulla prevenzione e sul training ben programmato e personalizzato.

Oggi si parla tanto di reflusso esofageo quando ci sono problemi di voce. Ma è davvero così diffusa questa patologia, ed è davvero così frequente come causa di disturbi vocali?
La domanda mi offre la possibilità di ridimensionare la portata di questa ormai onnipresente diagnosi. Io ritengo che in troppi casi si stia chiamando in causa il reflusso per motivare disturbi vocali la cui origine andrebbe ricercata invece in difetti di tecnica, di gestione dei meccanismi respiratori, muscolari, finanche in scelte di repertorio sbagliate e inadeguate per quel singolo soggetto. Bisognerebbe dedicarsi un po’ più ad approfondire le conoscenze e le competenze musicali vocali, e un po’ meno ad assecondare le dritte che vogliono imporre le case farmaceutiche che spingono perché vengano prescritti a larghe mani i medicinali ad azione antiacida e antireflusso.

Riemerge dunque la tua visione più funzionale che farmacologica della gestione dei disturbi della voce?
Sì, e lo affermo per esperienza ormai trentennale in un campo in cui l’allenamento, l’esercizio, la ricerca della giusta tecnica basata allo stesso tempo su principi generali e su criteri di individualizzazione, si sono mostrati molto più efficaci di un aerosol, di una dose di cortisone, o di un prodotto antireflusso.

Un’ultima domanda: secondo te, qual è il genere musicale più bello?
Non rispondo con una definizione in assoluto. Per ogni persona, la musica, l’aria d’opera, o la canzone più bella, è quella che emoziona di più.



martedì 2 dicembre 2014

Stupidario Vocale

A richiesta di diversi amici artisti, cantanti e insegnanti, scrivo l'articolo che segue, apparentemente ameno e scherzoso, ma in realtà drammaticamente rispecchiante una realtà ancora esistente, relativa alla disinformazione, ai luoghi comuni sbagliati, alla presuntuosa ignoranza di quanti dispensano consigli ed insegnamenti tendenti a contrastare e danneggiare, piuttosto che aiutare l'apprendimento dell'arte vocale.

Apro l'elenco delle "perle" di ignoranza, riportando alcune delle più note assurdità ascoltate nell'ambiente:
"Le corde vocali sono sette". (Una per ogni nota? Ndr).
"Per cantare meglio bisogna mangiare acciughe prima dell'esibizione".
"Per capire bene come bisogna gestire l'appoggio con i glutei, mettetevi una moneta tra le natiche mentre cantate". (Poi, per i consigli che dai, meriteresti di essere pagato con una sola moneta, ma "quella" moneta lì..., ndr).
"Per riscaldare la voce, devi fare molte pernacchie" (Io invece ne farei una sola a te che dispensi questi consigli, ma una e definitiva..., ndr).
Incredibile, ma se non fosse capitato direttamente a me, avrei pensato a qualche invenzione frutto di un'eccessiva fantasia... 
Un giorno è giunta a visita una cantante intenzionata ad approfondire il percorso formativo presso un maestro (!) consigliatole da una sua collega.
Tale “maestro”, quando è venuto a conoscenza del consulto che la sua allieva avrebbe ricevuto presso il mio studio, le ha affidato queste domande da rivolgermi:
1. Che "frequenza" hanno le sue corde vocali?
2. Come è il terzo "mediano" delle sue corde vocali?
3. Eseguire un'ecografia delle corde vocali ed un'ecografia "completa".
Dopo essermi seriamente domandato se non mi trovassi in una puntata di una nuova serie del varietà televisivo "Scherzi a parte", ho scritto queste risposte da reinviare al sommo maestro di canto:
1. La frequenza dipende dalla nota emessa, non è che una corda vocale ne abbia una sola, ma se non lo sa chi insegna canto...
2. Posso descrivere qualche mediano dell'Inter, della Sampdoria, del Napoli..., ma non quello delle corde vocali. Chissà che in qualche altra visita non mi chieda anche notizie del centravanti...
3. Che senso avrebbe un'ecografia (che mostra solo ombre) di un organo di cui si può videofilmare il contenuto?
Ma da quale pianeta è sceso quest'individuo? (Quest'ultima domanda l'ho posta io).

mercoledì 8 ottobre 2014

Videolezioni sulla voce artistica

In tema di formazione-aggiornamento segnalo agli interessati, che in questa videogallery si trovano interviste sui temi dell'autismo e della voce artistica, che identificano vere e proprie lezioni utili allo scopo:
 http://www.massimoborghese.it/video.aspx

domenica 5 ottobre 2014

Curare la voca parlata, curare il corpo, per curare la voce cantata

La voce è un fenomeno corporeo, non rappresenta solo il prodotto della funzione di due corde vocali. Ne consegue che per avere e conservare una buona vocalità nel cantato, occorre curare innanzitutto la voce parlata quotidiana, e, più in generale, tutto l’organismo. Gestire correttamente le funzioni vocali artistiche deve presupporre la capacità di controllare bene le capacità basali di emissione della voce, e quindi il parlato quotidiano. Tale affermazione rappresenta uno dei consigli iniziali e basilari che sono solito dare a quanti, tra cantanti e attori, dilettanti o in carriera, mi si rivolgono per imparare ad impostare dall’inizio le loro abilità vocali, o per correggere difetti e danni da essi derivati. L’altro consiglio preliminare, non meno importante del primo, riguarda la cura del corpo in generale, la necessità di condurre una vita sana, ben oltre le sole funzioni laringee notoriamente e convenzionalmente preposte alla produzione della voce. Sono ancora molti coloro i quali credono che basti salvaguardare l’organo vocale per eccellenza, la laringe, per ottenere buone prestazioni canore o recitative. Sfatiamo allora il mito delle sciarpe di lana al collo, o quello degli altrettanto inutili ricorsi a caramelline, sciroppi, pozioni, cibi particolari e suggestivi, che nulla apportano di buono o di meglio alle funzioni vocali. Ricordiamo invece, e ancora una volta, che il cantante o l’attore, va considerato al pari di un atleta, e come tale deve essere allenato, fisicamente e psicologicamente; deve avere determinate abitudini di vita, regole alimentari, ore di sonno ben precisate in base alle proprie caratteristiche ed esigenze energetiche. Tutto ciò, ancor prima di parlare in termini di interventi specifici sulla vocalità. Iniziare pertanto dalle regole basilari di vita che si fornirebbero ad uno sportivo che sta preparando un torneo o una stagione: dormire un numero di ore sufficienti, non bere alcolici (non è vero che l’alcol fa cantare meglio!), non fumare, non usare droghe, non trovarsi in sovrappeso né, allo stesso tempo, seguire diete ipocaloriche che non forniscono energie adeguate. Allo stesso tempo, dedicarsi allo specifico relativo alle funzioni vocali e artistiche, scegliendo un foniatra di fiducia, al quale rivolgersi non soltanto quando emergono difficoltà, ma consultarlo all’inizio e nel corso della carriera, così come quando nello sport si ha il proprio fisiatra o il proprio cardiologo o il proprio medico sportivo. Alla figura del foniatra che segue e monitorizza tutti gli aspetti medici specifici della voce e generali dell’organismo, si affianca quella del trainer vocale, ossia un professionista che possegga nel proprio bagaglio formativo e operativo, competenze logopediche e artistiche, al fine di supportare il professionista della voce, al pari di un allenatore-trainer di uno sportivo. Il paragone con gli atleti, consente di veicolare più facilmente agli artisti, messaggi di prevenzione e cura delle loro abilità fisiche che supportano le funzioni vocali. Del resto, la vita di un cantante o di un attore in continui spostamenti da una sede all’altra, e con dispendi notevoli di energie mentali e fisiche, non è tanto diversa da quella di un calciatore o di un qualsiasi altro sportivo che deve mantenersi sempre in forma, in buono stato di salute, e ben allenato.

giovedì 11 settembre 2014

Ma è sempre colpa del reflusso esofageo?

Negli ultimi anni, molti medici -soprattutto otorinolaringoiatri e foniatri- vedono nel reflusso gastroesofageo, la chiave di lettura di tanti, troppi disturbi della voce.
Sembra che quasi tutti i casi di disfonia e disodia (alterazione della voce rispettivamente parlata e cantata) dipendano dal reflusso, e via così a prescrivere a larghe mani, con buona pace delle ditte produttrici di tali farmaci, medicinali atti a combattere questo fantomatico reflusso.
Scrivo in veste di otorinolaringoiatra e soprattutto come foniatra, per dire che tanti casi di alterazioni vocali sono dovuti non al reflusso esofageo, ma a errate impostazioni e a cattive gestioni della voce. Ne consegue che il trattamento non è farmacologico, ma rieducativo delle funzioni vocali.
Non essere in grado di identificare errori di inquadramento, gestione e conduzione di una voce, e quindi non essere capaci di indicarne adeguati rimedi, non autorizza a vedere tutto in chiave medico-farmacologica, e prescrivere tonnellate di farmaci antireflusso!

venerdì 22 agosto 2014

Esempio pratico di come danneggiarsi nonostante i consigli del foniatra

Riporto (naturalmente in forma anonima) il testo una mail inviatami da un ex paziente allievo di canto, al quale avevo sempre raccomandato -come a tutti, del resto- di cantare sempre all'interno del range vocale evidenziato dal fonetogramma e dai rilievi clinici effettuati in studio.
Ecco quanto scritto dal "trasgressore" delle consegne foniatriche:
Caro Prof. Massimo, poco tempo fa ho registrato due pezzi in studio e, siccome mi servivano a tentare di entrare come docente a..., li ho cantati un po' più alti di come avrei dovuto. Apparentemente, nell'immediato, non ho avuto problemi. Adesso, a distanza di circa un mese, la mia voce non mi piace e purtroppo vedo che si abbassa facilmente. Mannaggia! Quando potrei venire a fare una visita? Grazie mille... per esserci sempre.

lunedì 11 agosto 2014

Blog FONIATRIA ARTISTICA di Massimo Borghese

Il blog FONIATRIA ARTISTICA di Massimo Borghese si propone come un luogo di trattazione di argomenti di interesse foniatrico nell'ambito della fisiopatologia della voce, con particolare riferimento alla voce cantata e recitata.
Il Prof. Massimo Borghese, medico chirurgo dal 1981, specialista in otorinolaringoiatria dal 1984, specialista in foniatria dal 1988, lavora nell'ambito della vocalità artistica in diverse città italiane ed europee, affiancando nel loro percorso professionale, cantanti, attori e professionisti della voce di ogni settore, con un lavoro di preparazione per le loro attività, e dunque di tipo preventivo di possibili difficoltà e patologie; ma anche come curatore di danni spesso inevitabilmente insorti nel corso delle loro carriere.
Massimo Borghese svolge la propria professione come docente-formatore in seminari e master class di voce artistica, in conservatorio e all'università.
Le sue principali sedi operative sono attualmente Napoli, Milano, Verona, Ginevra.
Contatti:
+39 3404810840
m.borghese@tin.it

sabato 9 agosto 2014

"E allora combatti tu!"... e "Non è il mio re"

Ricordo quando lavoravo in ospedale o nei centri di riabilitazione in cui ero consulente…  A volte arrivavo in ritardo, è vero, ma i vari primari, direttori, direttorini e personaggi secondari che si sentivano burocraticamente “capi”, mentre mi chiedevano di portare a termine i compiti più complessi che solo con la mia competenza sarebbe stato possibile svolgere con successo, allo stesso tempo non facevano a meno di minacciare sanzioni per il ritardo, o se avessi lavorato in modo difforme dai loro capricci e dai loro dettami. Eh, quante volte mi trovai a rispondere: “Allora fatelo voi!”, senza che sapessero farlo; e quante volte mi sono sentito definire il più antipatico se non proprio il più odiato…
E quando, alla fine, qualcuno mi chiedeva di riferire o di portare al “mio capo”, io rispondevo: “Non è il mio capo”.
Ecco, questo video mi fa rivivere tutti quegli episodi e stati d’animo:

mercoledì 4 giugno 2014

Esempio di domanda frequente da allievo di canto

Riporto una domanda e relativa mia risposta comparse in un forum di canto. Si tratta di un argomento di interesse talmente comune, che ho ritenuto utile riproporlo a scopo informativo anche su questo blog:

  • Salve a tutti. Sono una studentessa in canto lirico. Ho 27 anni e malgrado studio da 5 mesi, partendo da zero ho fatto moltissimi miglioramenti. Sono un Soprano Leggero di Coloratura, nel vocalizzo arrivo molto facilmente al Do sovracuto e potrei salire di più, ma il mio insegnante non mi fa andare oltre per abituare la mia voce. Sono molto determinata e anche se per motivi personali ho iniziato tardi, questo è il mio sogno e voglio riuscire a realizzarmi in questo mondo malgrado sia difficile. Ancora la mia voce non è formata, non è rotonda, non mi è chiara ancora la tecnica dell'appoggio. La mia voce anche se migliorata è ancora piatta, non esce il vibrato. Potete darmi delle delucidazioni più chiare possibili sull'appoggio? sul sostenere a lungo una nota? dopo quanto tempo e con quali esercizi la mia voce inizia ad arrotondarsi? La mia voce ancora non è da cantante lirica, ma neanche da cantante leggera. Grazie in anticipo per le risposte. Ci sono dei libri sulla tecnica del canto in cui se se parla a livello teorico?
  • Sono pienamente d'accordo con il suo insegnante di canto. Le caratteristiche di base che lei descrive di se stessa (in modo peraltro chiaro ed esauriente) consigliano di contenere ancora la "salita" verso tonalità più acute, anche se il suo tipo di vocalità teoricamente lo consentirebbe. Il consiglio che sento di darle, è di affidarsi contemporaneamente ad un foniatra e a un trainer (sia esso logopedista, purchè veramente esperto e capace; sia esso vocal coach che dir si voglia) in grado di prepararla anche fisicamente ad una maggiore maturazione ed evoluzione vocale. Mi riferisco alle capacità percettive del suono nel suo vocal tract, alle capacità di gestione della muscolarità, della postura, del fiato, dell'emissione laringea, dei risuonatori. Tutte componenti "precanore" ed "intracanore" che aiutano significativamente a migliorare le capacità di canto, al di là della lezione di canto stessa. Prof. Massimo Borghese Foniatra

domenica 1 giugno 2014























Video interviste sulla voce artistica. Massimo Borghese


Disturbi della voce nei bambini. Intervista-colloquio con un genitore

“Dottore, le porto a visita mio figlio perché da circa due mesi ha la voce bassa e rauca.”
“Quanti anni ha il suo bambino?”
“Ne ha appena cinque. Infatti mi sembra strano che già a questa età possano esserci disturbi della voce, tanto meno delle corde vocali. Lo ha detto proprio il pediatra”.
“Ecco un altro caso in cui i pediatri, o almeno la maggior parte di essi, minimizzano e pensano che determinate patologie non possano comparire tanto presto”.
“Dunque, dottore, lei pensa che possano già esserci problemi alle corde vocali del mio bambino?”
“Se la raucedine è persistente, non è da escludere che possano essercene. Le corde vocali sono strutture delicate che possono danneggiarsi in caso di cattivo uso”.
“Che cosa intende per cattivo uso?”
“Mi riferisco ad abitudini fonatorie scorrette, che nel volgere di breve tempo possono produrre danno a carico delle corde vocali. Tali cattive abitudini sono il gridare spesso, cioè utilizzare la voce su intensità elevate; cercare ad esempio di farsi sentire a distanze eccessive, come da una stanza all’altra della casa, e per giunta con rumori di fondo quali televisori e stereo ad alto volume che costringono ad alzare ulteriormente la voce; oppure giocare con altri bambini gridando continuamente; o ancora cantare a scuola in cori nei quali l’unica esortazione dell’insegnante è quella di far sentire forte la voce piuttosto che usarla correttamente”.
“E in casi del genere possono prodursi danni alle corde vocali?”
“Sì, e ne ho visto già molti in numerosi bambini, anche all’età di tre-quattro anni”.
“Come si fa a vedere le corde vocali in un bambino?”
“Con l’esame laringoscopico, così come si effettua in un adulto”.
“Ed è possibile eseguire una laringoscopia in un bambino?”
“Se collabora e l’esaminatore a sua volta è capace ed esperto, sì, è possibile”.
“Che differenza c’è tra le corde vocali di un bambino e quelle di un adulto?”.
“Una corda vocale è formata essenzialmente da tre strati: quello più interno, che è il muscolo vocale, poi c’è una lamina elastica, e superficialmente troviamo la mucosa, che è la parte vibrante della corda. Nel bambino la lamina elastica (che funge da ammortizzatore meccanico) si forma verso i sette anni, per cui prima di tale età i danni strutturali risultano più ampi e meno circoscritti, come nel caso dei classici noduli cordali degli adulti”.
“Ed è peggio o è meglio?”
“Ne’ l’uno ne’ l’altro, direi che è semplicemente diverso, ma comunque non è auspicabile”.
“Una volta appurato che la voce rauca dipende da danni cordali, quali provvedimenti è possibile adottare? Sento parlare spesso di aerosol, sciroppi o prodotti omeopatici. Lei, dottore, che cosa suggerisce?”.
“Niente di tutto quello che ha detto. Gli aerosol di solito provocano secchezza delle mucose, e dunque rendono addirittura più difficile e faticosa l’emissione della voce. Anche altri farmaci, siano essi omeopatici  o allopatici, non sortiscono effetti significativi, per il semplice motivo che non siamo davanti a infiammazioni o a infezioni, bensì a conseguenze meccaniche di cattive abitudini e dunque a uso improprio della voce. Di conseguenza, il rimedio non sarà farmacologico ma rieducativo riabilitativo. Suggerisco pertanto innanzitutto l’instaurazione di buone norme di igiene vocale: non gridare, non cercare di farsi sentire a distanze eccessive, non cercare di sopraffare gli altri con la voce, non cantare in cori diretti da incompetenti e dilettanti. Poi affidarsi al trattamento foniatrico-logopedico consistente in esercizi respiratori e fonatori tendenti a migliorare lo stato delle corde vocali attraverso un più appropriato modo di utilizzare la voce”.

Foniatria Artistica di Massimo Borghese

Il blog Foniatria Artistica di Massimo Borghese si propone come un luogo di trattazione di argomenti di interesse foniatrico nell'ambito della fisiopatologia della voce, con particolare riferimento alla voce cantata e recitata.
Il Prof. Massimo Borghese, medico chirurgo dal 1981, specialista in otorinolaringoiatria dal 1984, specialista in foniatria dal 1988, lavora nell'ambito della vocalità artistica in diverse città italiane ed europee, affiancando nel loro percorso professionale, cantanti, attori e professionisti della voce di ogni settore, con un lavoro di preparazione per le loro attività, e dunque di tipo preventivo di possibili difficoltà e patologie; ma anche come curatore di danni spesso inevitabilmente insorti nel corso delle loro carriere.
Massimo Borghese svolge la propria professione come docente-formatore in seminari e master class di voce artistica, in conservatorio e all'università.
Le sue principali sedi operative sono attualmente Napoli, Milano, Verona, Ginevra.
Contatti:
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