Imbattendomi più per caso che
per voluta ricerca, in forum di cantanti e cultori della materia, mi capita
sempre più spesso di leggere domande e discussioni relative a difficoltà di
gestione della voce, se non proprio a disturbi ormai radicati, nelle quali si
rende ormai implicito e si dà per scontato che la chiave di lettura, e relativa
soluzione del problema, risiedano nelle modalità di cura del reflusso esofageo. In pratica, si evince che per
tutti questi cantanti, maestri e dottori, tutto ruoti intorno alla gestione del
reflusso. Ormai è eccezione, non più regola, che qualcuno metta in discussione
la tecnica vocale, l’esatta diagnosi, la scelta del repertorio, le modalità di
approccio foniatrico, logopedico, artistico...
No, niente, o niente più di tutto questo. Si parla di reflusso e basta. Il riscontro lo trovo anche quando molti cantanti o allievi di canto giungono a visita presso uno dei miei studi, e nella maggior parte dei casi, descrivono già le loro difficoltà vocali come conseguenza di un reflusso. In questa sede e in questo breve articolo non voglio aggiungere altro, se non la considerazione secondo la quale, dietro questa storia del reflusso, che tante volte poi non c’è, si nascondono tante incapacità: diagnostiche, terapeutiche, tecniche, didattiche.
No, niente, o niente più di tutto questo. Si parla di reflusso e basta. Il riscontro lo trovo anche quando molti cantanti o allievi di canto giungono a visita presso uno dei miei studi, e nella maggior parte dei casi, descrivono già le loro difficoltà vocali come conseguenza di un reflusso. In questa sede e in questo breve articolo non voglio aggiungere altro, se non la considerazione secondo la quale, dietro questa storia del reflusso, che tante volte poi non c’è, si nascondono tante incapacità: diagnostiche, terapeutiche, tecniche, didattiche.