domenica 27 novembre 2016

Alterazioni delle corde vocali. Dalla mia casisitica personale (novembre 2016)

Iniziale prolasso delle mucosa dei ventricoli

Ipotonia cordale (vedi spazio tra le corde vocali)


Polipo terzo medio-terzo anteriore corda vocale destra
Edema cordale e micronoduli

domenica 25 settembre 2016

Nuova sede operativa a Milano

Nuovo Studio di Foniatria, Logopedia, Riabilitazione, in viale Bligny 11 (zona Bocconi) a Milano.
Si aggiunge alla già esistente e funzionante sede di via Paolo Lomazzo 5.
Per entrambi gli studi, informazioni e prenotazioni telefonando al 340 4810840.

sabato 16 luglio 2016

Alterazioni delle corde vocali. Dalla mia casistica personale

Stato prenodulare cordale in fonazione
Stato prenodulare cordale in respirazione
Noduli corde vocali
Polipo angiomatoso corda vocale destra

Voluminoso prolasso cordale bilaterale
 
Nodulo edematoso corda vocale sinistra
 
 







domenica 26 giugno 2016

Il precontatto cordale



Il precontatto cordale rappresenta una situazione in cui non sono ancora sviluppate alterazioni organiche quali noduli o polipi, ma le modalità di adduzione, cioè di contatto in fonazione, delle corde vocali, realizzano un eccesso di impatto solo in una parte dell'intera estensione delle corde stesse. Si configurano così le premesse per un ispessimento nelle zone di precontatto. I sintomi che già accompagnano queste situazioni, sono le difficoltà di tenuta sui pianissimo, difficoltà sui passaggi di registro, e, più in generale, una minore gestione qualitativa dell'emissione vocale. La non (ancora) avvenuta formazione di noduli, induce spesso l'otorinolaringoiatra ad affermare che "non ci sono patologie organiche", e dunque non c'è nulla di cui preoccuparsi. Invece un'attenta e competente visita foniatrica dovrebbe evidenziare l'anomalia già instauratasi, e indirizzare subito verso un intervento educativo rieducativo vocale competente, al fine di ripristinare corrette modalità fonatorie, e prevenire ulteriori danni.

lunedì 9 maggio 2016

La logopedia che non vorrei più vedere

La logopedia che non vorrei più vedere è quella che tratta i disturbi della voce utilizzando ancora candele sulle cui fiammelle far soffiare il malcapitato cantante o semplicemente il soggetto con raucedine, aumentando così solamente la costrizione a valle dello sforzo laringeo, ignorando che si tratta di sistemi obsoleti e sconfessati dall’esperienza di chi veramente sa come si approcciano le disfonie.
La logopedia che non vorrei più vedere è quella che innesca tensioni muscolari anziché opportuni interventi rilassanti e muscolarmente armonizzanti nei professionisti della voce.
La logopedia che non vorrei più vedere è quella che utilizza ancora sacchetti di sabbia, voluminosi libri, o pesi di ogni genere, per appesantire l’addome del malcapitato cantante o allievo che sia, imponendogli faticose escursioni inspiratorie ed espiratorie, ignorando che questi sistemi ormai obsoleti, sono stati superati da modelli di intervento più leggeri e dinamici.
La logopedia che non vorrei più vedere è quella che critica i trainers vocali bravi, proponendosi, di contro, con arroganza, supponenza e ignoranza, provocando più danni che benefìci ai cantanti sui quali vuol mettere mano senza competenze né musicali né di altre tecniche utili a questo tipo di lavoro.
La logopedia che non vorrei più vedere è quella che si veste di presunzione, che si arrocca su convinzioni più teoriche che pratiche, o si fossilizza su modalità operative rimaste in un passato superato, ma ancora vissuto da chi, con ignoranza, indolenza e supponenza, ignora tutto ciò che di nuovo e di valido sia stato scoperto e già da tempo utilizzato con successo. 

  
 
 

mercoledì 4 maggio 2016

Lezioni di canto. Errori da evitare


Lezioni di canto. Errori da evitare, e dintorni…
 (Pubblicato sulla rivista "Salutare", numero 78, 2016)

Giorni fa, è entrato nel mio studio un signore di media età, con voce decisamente rauca, mal controllata, che lasciava facilmente intuire che ci fossero problemi laringei. Effettuata la laringoscopia, ho potuto riscontrare la presenza di un polipo molto voluminoso di una corda vocale, occupante gran parte dello spazio glottico, cioè del piano cordale, impedendo, di conseguenza, produzioni sonore pulite, e, naturalmente, la possibilità di cantare.
Non ho ancora detto che il signore in questione, si era presentato come… maestro di canto!
Di tutto quanto descritto, l’elemento di maggiore gravità era, a mio parere, la durata della sintomatologia presentata, ossia molti anni. Mi sono ovviamente chiesto come avesse potuto, il signore in questione, insegnare canto per tanto tempo, come avesse potuto fornire modelli vocali corretti, come avesse potuto identificare un esempio di costante monitoraggio e cura dei propri organi e delle proprie funzioni vocali.
E mi sono chiesto anche quali allievi potessero accettare di essere guidati da un (presunto) docente per nulla in grado di gestire e migliorare se stesso.
Tralasciato il chiarimento di questo mistero, ho pensato a quanti altri insegnanti di canto assumono atteggiamenti e dispensano consigli francamente incongrui e sbagliati, oltre che, di conseguenza, non credibili. E qui mi è tornato in mente quello che ho più volte definito “stupidario vocale”, cioè l’elenco di affermazioni sciocche, insignificanti, talvolta pericolose, esitanti in consigli e iniziative didattiche in grado di arrecare danno piuttosto che beneficio.
Ho ricordato quei “maestri” che invitano a forzare sempre di più le emissioni di voce in intensità e tonalità, portando i malcapitati allievi a sforzi di gola sfibranti e tutt’altro che utili per migliorare le prestazioni artistiche; ho ricordato quei folli inviti a cantare fuori tessitura, a interpretare repertori non adatti alle rispettive vocalità. Del resto non a caso si parla di bassi, baritoni, tenori, mezzosoprani, soprani, soprani leggeri, lirici, drammatici, di agilità…, proprio perché non tutte le voci sono uguali, e non tutti possono interpretare in senso canoro, gli stessi ruoli e riprodurre le stesse tessiture.
Anche per questo, esiste il foniatra, per affiancare il docente di canto (quello serio, e che comprende queste tematiche) a selezionare e guidare le diverse vocalità nella direzione giusta, aiutando gli artisti, allievi o professionisti che siano, a gestirsi al meglio nelle diverse situazioni e scelte che devono affrontare.
Un ultimo pensiero, attingendo alle cronache di questi ultimi giorni, lo dedico a quei selezionatori di giovani interpreti, che nel formare i diversi cast per vari spettacoli, riescono a individuare (e scegliere!) i più danneggiati e i meno idonei. Mentre scrivevo questo articolo, un’insegnante di canto (una delle poche brave e coscienziose che ho incontrato) mi ha raccontato che una commissione selezionatrice per un musical riservato a giovanissimi, ha inserito due adolescenti portatori di noduli cordali, in ruoli peraltro non adatti alle loro vocalità. Complimenti!

Prof. Massimo Borghese. Foniatra
Milano Verona Padova Napoli Ginevra
Tel. 3404810840

 

lunedì 11 gennaio 2016

Intervista su "Pensiero Libero"


Intervista al Prof. Massimo Borghese, il curatore delle voci d’oro




 

Di Gabriele Delosa, sulla rivista Pensiero Libero
11 gennaio 2016

 
Proprio qui, a Napoli, patria indiscussa della musica, svolge la sua attività il Prof. Massimo Borghese, il foniatra degli artisti. Nel suo storico studio di via Santa Lucia ogni giorno è un via vai di artisti, per lo più cantanti e presentatori, provenienti da ogni parte d’Italia, ma anche attori e gente comune.  Accoglie i suoi pazienti in una stanza simile ad una pinacoteca. Riconoscimenti di caratura internazionale, articoli scientifici e decine di foto che ripercorrono tutta la sua carriera. Gli scatti con Mango, Finizio e con i grandi della lirica immortalano la sua fama di curatore delle voci d’oro. Un sorriso sincero, una stretta di mano e la visita ha inizio. Qualche domanda, poi, munito di specchietto e telecamera, inizia a scrutare la voce e l’anima delle stelle della musica.



Lei che opera in Svizzera ed in diverse altre località estere, come giudica il fenomeno della fuga di cervelli? In dieci anni sono andati via dall’Italia quasi 700mila laureati.

«E’ normale, qui in Italia non vengono premiati i più meritevoli, anzi, i posti di lavoro e le cattedre, specialmente in sanità, seguono una logica oserei dire “mendeliana”, priva di qualsiasi carattere meritocratico. Al padre segue il figlio, e così via. Non mi meraviglio affatto che le migliori menti volino all’estero».


Lei si è guadagnato l’appellativo di curatore delle “voci d’oro”, un vocal trainer indispensabile agli artisti.
L’emozione più grande per un foniatra è scoprire che i suoi pazienti, per lo più cantanti e presentatori, lo ritengono indispensabile. Prima di una tournée o di un singolo evento vengono nel mio studio per imparare il corretto utilizzo della voce. Il professionista della voce è da considerarsi al pari di un atleta, e come tale deve osservare regole di vita oltre che di igiene vocale, il cui mancato rispetto accorcia e danneggia la carriera.

Potrebbe svelarci il nome di qualche suo paziente?

Ne ho tanti. C’è chi appartiene alla tv, chi alla radio e chi alla musica. Artisti nazionali ed internazionali. Ma per rispetto della privacy non chiedetemi dei nomi. Evito di comportarmi come quei colleghi che, per farsi propaganda, pronunciano nomi altisonanti. Chi lavora bene, non ne ha bisogno.

Sul sito abbiamo scoperto la sua passione per gli aforismi, lei ha quale è più legato?

In Italia ti perdonano tutto, tranne il successo. (Enzo Ferrari)

Autismi è il titolo del suo ultimo libro, di cosa tratta?
“In questo lavoro ho voluto concentrare un insieme variegato ed il più possibile completo di informazioni sulla sindrome autistica ed altre patologie ad essa collegabili, affrontando le diverse tematiche sia da un punto di vista strettamente scientifico e tecnico, sia sotto il profilo sociale, emotivo, culturale generale, pratico”.

Dicono di lui: E’ la mia voce, senza di lui non sarei arrivato a questi livelli.”