Lezioni
di canto. Errori da evitare, e dintorni…
(Pubblicato sulla rivista "Salutare", numero 78, 2016)
Giorni fa, è entrato nel mio
studio un signore di media età, con voce decisamente rauca, mal controllata,
che lasciava facilmente intuire che ci fossero problemi laringei. Effettuata la
laringoscopia, ho potuto riscontrare la presenza di un polipo molto voluminoso
di una corda vocale, occupante gran parte dello spazio glottico, cioè del piano
cordale, impedendo, di conseguenza, produzioni sonore pulite, e, naturalmente,
la possibilità di cantare.
Non ho ancora detto che il
signore in questione, si era presentato come… maestro di canto!
Di tutto quanto descritto,
l’elemento di maggiore gravità era, a mio parere, la durata della
sintomatologia presentata, ossia molti anni. Mi sono ovviamente chiesto come
avesse potuto, il signore in questione, insegnare canto per tanto tempo, come
avesse potuto fornire modelli vocali corretti, come avesse potuto identificare
un esempio di costante monitoraggio e cura dei propri organi e delle proprie
funzioni vocali.
E mi sono chiesto anche quali
allievi potessero accettare di essere guidati da un (presunto) docente per
nulla in grado di gestire e migliorare se stesso.
Tralasciato il chiarimento di questo
mistero, ho pensato a quanti altri insegnanti di canto assumono atteggiamenti e
dispensano consigli francamente incongrui e sbagliati, oltre che, di
conseguenza, non credibili. E qui mi è tornato in mente quello che ho più volte
definito “stupidario vocale”, cioè l’elenco di affermazioni sciocche,
insignificanti, talvolta pericolose, esitanti in consigli e iniziative
didattiche in grado di arrecare danno piuttosto che beneficio.
Ho ricordato quei “maestri”
che invitano a forzare sempre di più le emissioni di voce in intensità e
tonalità, portando i malcapitati allievi a sforzi di gola sfibranti e
tutt’altro che utili per migliorare le prestazioni artistiche; ho ricordato
quei folli inviti a cantare fuori tessitura, a interpretare repertori non
adatti alle rispettive vocalità. Del resto non a caso si parla di bassi,
baritoni, tenori, mezzosoprani, soprani, soprani leggeri, lirici, drammatici,
di agilità…, proprio perché non tutte le voci sono uguali, e non tutti possono
interpretare in senso canoro, gli stessi ruoli e riprodurre le stesse
tessiture.
Anche per questo, esiste il
foniatra, per affiancare il docente di canto (quello serio, e che comprende
queste tematiche) a selezionare e guidare le diverse vocalità nella direzione
giusta, aiutando gli artisti, allievi o professionisti che siano, a gestirsi al
meglio nelle diverse situazioni e scelte che devono affrontare.
Un ultimo pensiero, attingendo
alle cronache di questi ultimi giorni, lo dedico a quei selezionatori di
giovani interpreti, che nel formare i diversi cast per vari spettacoli, riescono
a individuare (e scegliere!) i più danneggiati e i meno idonei. Mentre scrivevo
questo articolo, un’insegnante di canto (una delle poche brave e coscienziose
che ho incontrato) mi ha raccontato che una commissione selezionatrice per un
musical riservato a giovanissimi, ha inserito due adolescenti portatori di
noduli cordali, in ruoli peraltro non adatti alle loro vocalità. Complimenti!
Prof. Massimo Borghese.
Foniatra
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Tel. 3404810840