Tante volte mi accade di
sentire frasi del tipo: “ma se non è redatto su documentazione di struttura
pubblica, non viene accettato e non va bene”, o ancora peggio: “ma lei poi ce l’ha
il timbro della asl?”. E allora ecco un episodio
esemplificativo di ciò che penso al riguardo: Recentemente ho visitato una
paziente proveniente da una struttura specialistica del territorio (asl),
palesemente rauca e con difficoltà respiratorie. Sul referto rilasciato dallo
specialista del presidio pubblico, c’era scritto soltanto: “laringoscopia non
eseguita a causa della mancata collaborazione della paziente”. Ho effettuato
una laringoscopia semplicissima, senza peraltro trovare i presunti ostacoli
segnalati nella relazione di chi non era stato capace di eseguire l’esame. La
signora aveva un tumore della laringe ampiamente sviluppato e ben visibile, la
cui ritardata o addirittura mancata diagnosi, le avrebbe comportato danni
ancora maggiori (non è necessario spiegare perché). Ora la paziente dovrà
recarsi di corsa in un ospedale ad operarsi. Quando si presenterà lì con il mio
referto e la mia dettagliata documentazione con immagini, che cosa le diranno,
che la mia prescrizione non è valida perché proveniente da uno studio privato?
Il suo tumore e il suo diritto a operarsi al più presto non verranno riconosciuti
perché io non sono lo scienziato della asl che non è stato capace di
diagnosticare la malattia?
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