venerdì 5 dicembre 2014

Domande e risposte sulla voce e le sue cure

Riporto alcuni passaggi di un'intervista che rilasciai circa un anno fa, per una testata giornalistica. Credo possa offrire un contributo pratico alla conoscenza delle cure della voce.

In che cosa consiste il tuo intervento nei confronti dei professionisti della voce?
Il cantante e l’attore sono come degli atleti, e come tali vanno seguiti e curati. Se di un calciatore, per la sua preparazione non interessano solo le gambe, se di un tennista non interessa solo un braccio…, allo stesso modo di un cantante non devono interessare solo le corde vocali, ma tutto il corpo, e direi anche la mente.

Si rivolgono a te come foniatra, solo gli artisti che hanno problemi alla voce e alle corde vocali?
Alcuni, purtroppo, credono ancora che si debba andare dal foniatra quando la voce comincia a dare problemi. E’ opinione diffusa anche in molti maestri di canto che mi inviano gli allievi solo se mostrano difficoltà. Io invece dico che la foniatria dovrebbe essere, ancor prima che la branca della patologia della voce, la scienza della fisiologia, cioè della gestione preventiva del cantante sano, e non di quando si è già danneggiato.

Prevenzione, training vocale, cure farmacologiche, chirurgia. In che cosa credi di più?
Nella prevenzione e nel training vocale. Riserverei chirurgia e cure mediche solo ai casi limite. Purtroppo però devo dire che la maggior parte dei miei colleghi e degli utenti stessi propende per una visione troppo farmacologica dei rimedi ai problemi della voce. Io preferisco puntare sulla prevenzione e sul training ben programmato e personalizzato.

Oggi si parla tanto di reflusso esofageo quando ci sono problemi di voce. Ma è davvero così diffusa questa patologia, ed è davvero così frequente come causa di disturbi vocali?
La domanda mi offre la possibilità di ridimensionare la portata di questa ormai onnipresente diagnosi. Io ritengo che in troppi casi si stia chiamando in causa il reflusso per motivare disturbi vocali la cui origine andrebbe ricercata invece in difetti di tecnica, di gestione dei meccanismi respiratori, muscolari, finanche in scelte di repertorio sbagliate e inadeguate per quel singolo soggetto. Bisognerebbe dedicarsi un po’ più ad approfondire le conoscenze e le competenze musicali vocali, e un po’ meno ad assecondare le dritte che vogliono imporre le case farmaceutiche che spingono perché vengano prescritti a larghe mani i medicinali ad azione antiacida e antireflusso.

Riemerge dunque la tua visione più funzionale che farmacologica della gestione dei disturbi della voce?
Sì, e lo affermo per esperienza ormai trentennale in un campo in cui l’allenamento, l’esercizio, la ricerca della giusta tecnica basata allo stesso tempo su principi generali e su criteri di individualizzazione, si sono mostrati molto più efficaci di un aerosol, di una dose di cortisone, o di un prodotto antireflusso.

Un’ultima domanda: secondo te, qual è il genere musicale più bello?
Non rispondo con una definizione in assoluto. Per ogni persona, la musica, l’aria d’opera, o la canzone più bella, è quella che emoziona di più.



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